Coronavirus: la Cina avvia il più grande progetto di e-learning di tutti i tempi

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Nell’emergenza Coronavirus, la Cina ha dato dimostrazione di reagire affrontando il problema sotto diversi fronti. Nel settore dell’istruzione, a partire scorsa settimana, ha dato vita alla più grande distribuzione di corsi e-learning della storia dell’umanità. Una dimostrazione di forza e di organizzazione senza precedenti che sicuramente costituirà una vera e propria pietra miliare nel settore del training online.

La comparsa del Coronavirus ha cambiato, più o meno radicalmente, il nostro modo di vivere portandoci ad un livello di guardia che influenza i nostri comportamenti, le nostre scelte e la nostra vita quotidiana sotto molti punti di vista. Fortunatamente, almeno per il momento, l’emergenza non ha coinvolto in maniera preoccupante il nostro continente, ma l’allerta è scattata in tutto il mondo per trovare le contromisure mediche e soprattutto per contenere l’epidemia.

Il paese più esposto e flagellato dal Coronavirus è senza dubbio la Cina dove è nato il primo focolaio dell’infezione. Un paese che conta circa 1.4 miliardi di persone su un vastissimo territorio eterogeneo. Un paese con un governo tanto forte quanto discusso e balzato agli onori delle cronache degli ultimi mesi per le recenti diatribe con gli Stati Uniti soprattutto riguardo questioni legate alla tech-economy.

Il problema istruzione

Un paese ferito, ma non in ginocchio che sta reagendo in maniera encomiabile a questa emergenza sanitaria. Un esempio lampante della reazione cinese e della sua organizzazione riguarda proprio l’istruzione. La scorsa settimana 180 milioni di studenti delle scuole dell’obbligo hanno dovuto riprendere gli studi dopo un periodo di pausa forzata per evitare i contagi. Hanno ripreso nonostante le scuole fossero chiuse e l’hanno fatto completamente online, in e-learning.

Gli studenti della scuola secondaria (elementari e medie per intenderci) utilizzeranno una specifica piattaforma statale come comunicato dall’agenzia di stampa del governo cinese.

La sfida tecnologica

Gli ostacoli da affrontare sono organizzativi, metodologici e soprattutto tecnologici. Il Ministero dell’Istruzione Cinese ha dovuto fronteggiare una vera e propria ondata di accessi simultanei che, sui 200 milioni di studenti coinvolti, si stima possa arrivare a 50 milioni. Numeri davvero impressionanti non paragonabili a passate esperienze nell’e-learning.

A raccogliere la sfida tecnologica sono scese in campo le grandi aziende di telecomunicazioni e high-tech cinesi per assicurare le risorse tecnologiche necessarie ad assicurare una distribuzione su così vasta scala. China Mobile, China Unicom e China Telecom hanno fornito una larghezza di banda di 90 terabytes, mentre Huawei, Baidu e Alibaba hanno predisposto una infrastruttura cloud costituita da circa 7 mila server.

Nelle zone rurali, i problemi di digital divide sono stati limitati erogando le lezioni attraverso le frequenze della TV di stato, utilizzata anche per formare i bambini coinvolti nelle scuole primarie.

Dal punto di vista tecnologico, la Cina ha dato ampiamente prova di essere una nazione all’avanguardia, ma va considerato che non è partita da zero nel fronteggiare una tale emergenza.

Già da tempo in Cina è maturo il paradigma dell’Adaptive Learning attraverso piattaforme in cui l’intelligenza artificiale è in grado di erogare in tempo reale programmi personalizzati per ciascun studente. In questo contesto uno dei maggiori investitori sul territorio cinese è un imprenditore americano, Tom Mitchell, fondatore di Squirell AI azienda leader nel settore del Machine Learning. Questo conferma le connessioni virtuose tra Cina e USA.

I contenuti didattici

Oltre agli aspetti tecnologici è indispensabile garantire in tempi brevi quantità e qualità dei contenuti didattici.

Già nella prima settimana di erogazione, sono state caricate ben 169 lezioni inerenti 12 materie tra cui l’indispensabile “informazione sulle epidemie”. I docenti sono stati invitati ad aggiornare le loro lezioni adeguando i materiali didattici alla nuova metodologia di erogazione. Le indicazioni sono di creare delle lezioni di circa 15 minuti corredate da esercitazioni e da attività progettate per la fruizione in modalità e-learning sincrona.

Analogamente a quanto avviene in qualsiasi corso e-learning, specialmente quelli che provengono da una declinazione in presenza, è fondamentale la figura del tutor didattico in questo caso specifico ricoperta da genitori e nonni.

Anche l’istruzione universitaria è coinvolta in questo percorso tanto veloce quanto innovativo. Le prestigiose Peking University e Tsinghua University con sede a Pechino hanno previsto 563 lezioni erogate in tre differenti modalità: 290 attraverso streaming in diretta, 101 lezioni pre-registrate e 96 lezioni interattive che si tengono attraverso chat.

I numeri riguardo i contenuti didattici sono destinati a crescere e chissà che al termine di questa gigantesca operazione di authoring la Cina non possa trovarsi a beneficiare di una vera e propria biblioteca digitale omnicomprensiva da cui attingere per successivi interventi di didattica online.

Conclusioni

Nel fronteggiare questa improvvisa emergenza il mondo è chiamato a reagire e la popolazione è chiamata a rivedere completamente le proprie abitudini di vita. Nonostante questo processo sia stato accelerato da una situazione di contingenza, in Cina la tecnologia sta permettendo a milioni di studenti di continuare il loro percorso di studi non arrestando il processo di formazione e di accrescimento culturale, fondamentale per qualsiasi paese.

Sarebbe auspicabile che i risultati di questa sperimentazione senza precedenti possano essere condivisi con la comunità scientifica mondiale da sempre impegnata a studiare il campo dell’e-learning e delle tecnologie dell’apprendimento. In questo modo sarà possibile capitalizzare e mettere a sistema i progressi fatti e colmare i gap evidenziati, nell’ottica del miglioramento continuo non solo di una singola nazione, ma del mondo intero. Non è escluso che questa modalità didattica possa diventare sistematica in Cina e che terminata l’emergenza ci si trovi a raccogliere risultati di successo.

Questo test su larghissima scala potrebbe davvero essere precursore di una nuova modalità di educazione che in un futuro chissà quanto lontano potrà aprirsi completamente alla didattica online e all’e-learning. Sicuramente il tempo darà una risposta e il passaggio verso l’adozione di nuove tecnologie dovrà essere graduale e ragionato, operato nei giusti tempi, con le giuste metodologie e, si spera, non dettato da particolari contingenze che obbligano a veloci e urgenti interventi.

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