Rapid Learning. Le insidie da evitare nello sviluppo di un piano formativo.

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Evitare errori di valutazione sul Rapid Learning

Molte aziende sono alla ricerca di soluzioni di Rapid Learning da inserire nei propri piani formativi per la parte di Digital Training. Il Rapid Learning identifica sia un insieme di strumenti software sia una metodologia finalizzata a produrre ed erogare materiali didattici con costi più contenuti grazie ad una grafica più minimale e tecniche di Instructional Design che consentono tempi ridotti di sviluppo.

Il Rapid Learning si è diffuso in azienda proprio grazie a queste peculiarità. Il basso costo non deve essere considerato come sinonimo di bassa qualità. Il Rapid Learning deve essere considerato come una specifica modalità di sviluppo che si rivela utile in alcuni contesti aziendali e per veicolare specifici contenuti.

Talvolta durante le consulenze alle aziende, riscontro delusione e malcontento per iniziative di Digital Training che non hanno prodotto i risultati attesi per una errata progettazione e per un improprio uso del Rapid Learning.

Convinzioni erronee e valutazioni imprecise, spesso portano a prendere decisioni che mettono a rischio la riuscita di un progetto formativo. Ho cercato di riassumere alcune di queste in modo da aiutare chi vuole intraprendere la strada del Rapid Learning. Al termine della disamina potremo notare che c’è un filo conduttore che accomuna tutti i punti critici riscontrati.

1. Chiunque può creare contenuti in Rapid Learning autonomamente utilizzando un tool di authoring.

Questo porta le aziende ad autoprodurre degli oggetti didattici che, nella maggior parte dei casi, non sono efficaci dal punto di vista formativo. Lo sforzo prodotto per creare oggetti didattici internamente è particolarmente importante perché spesso non si dispongono delle professionalità verticali necessarie a mettere in pratica i paradigmi del Rapid Learning e che ne permettono di coglierne l’essenza e di sfruttarne i vantaggi. Il rischio è quello di dover affrontare una spesa inutile (interna) e di doverne sostenere un’altra per correre ai ripari attraverso un fornitore esterno. Questo aumenta i costi finali e allunga i tempi di delivery della formazione. Il rischio è ancora più elevato quando non rendendosi conto della scarsa efficacia degli oggetti prodotti internamente, e si eroga ugualmente la formazione sviluppata, anche solo per giustificarne il costo (interno) sostenuto. In questi casi il danno può essere elevato. Oltre ai danni evidenti nell’erogare una formazione poco corretta, si riscontrano spesso: perdita dell’engagement da parte degli utenti in formazione, messaggi veicolati in modo errato, danneggiamento della retention, scarsa partecipazione e riduzione della brand reputation.

2. Il Rapid Learning è sinonimo di scarsa qualità

Come accennato prima, il fatto che sia più rapido da sviluppare e che il costo sia ridotto, non è sinonimo di bassa qualità. Il Rapid Learning si fonda su precisi principi di Instructional Design e rappresenta un modo differente di veicolare il contenuto, non necessariamente più o meno valido di altre metodologie. Solitamente è cura del consulente effettuare una analisi dei contenuti che si vogliono veicolare e indirizzare il cliente verso la forma di sviluppo più adatta, magari mixando opportunamente le diverse tipologie di oggetti didattici per venire incontro ad esigenze di budget e di coerenza contenutistica mettendo in primo piano il raggiungimento degli obiettivi formativi.

3. Il Rapid Learning presuppone meno creatività

Altro errore è quello di credere che il processo di creazione di un oggetto didattico in Rapid Learning attinga meno dall’estro dello sviluppatore. Come detto precedentemente le tecniche di Instructional Design sono peculiari di questa modalità di sviluppo contraddistinta da una maggiore semplicità grafica ma non per questo meno creativa. Proprio per l’assenza di dettaglio grafico e per mantenere i concetti chiari, diretti e puliti, il processo di sviluppo di un oggetto di Rapid Learning fa particolarmente riferimento alla creatività in riferimento al tasso di engagement e di coinvolgimento indispensabile per garantire efficacia nell’apprendimento. Alcune filosofie di design propongono il concetto di “Less is more” dove un aspetto minimale coincide con una particolare ricercatezza in ergonomia, nelle interfacce e nell’esperienza utente che risulta semplice ma efficace.

4. Le aziende non hanno un ruolo specifico nello sviluppo di oggetti di Rapid Learning.

Anche in questo caso è convinzione diffusa che basti un mero trasferimento di contenuti all’Instructional Designer per ottenere un output convincente disinteressandosi delle fasi di sviluppo contenutistico. Questo è un errore di valutazione grave che spesso comporta un aggravio di costi per le successive modifiche da apportare all’output che, probabilmente, potrà risultare poco in linea con il messaggio che l’azienda vuole trasmettere. Il lavoro sui contenuti, anche quello relativo al rapid learning, è molto spesso un lavoro “a quattro mani” che coinvolge differenti professionalità: il detentore dei contenuti e possessore dell’autentico messaggio da trasmettere e l’instructional designer che è l’esperto che si occupa di veicolare contenuti e messaggio in maniera digitalmente efficace.

5. Il Rapid Learning è difficile da tracciare.

Inspiegabilmente alcuni sostengono che il Rapid Learning sia un modello di erogazione dei contenuti difficile da tracciare. La strategia di erogazione di contenuti in Rapid Learning non può prescindere da un LMS (Learning Management System) che possa effettuare il tracciamento di tutte le attività formative. Il fatto che gli oggetti didattici possano essere fruiti in mobilità o senza necessariamente avere a disposizione una connessione ad internet non deve far pensare che si possa prescindere da un sistema di tracciamento efficace.

6. Il Rapid Learning non è “future proof”.

Essendo un approccio snello, con grafica minimale, incentrato sul contenuto e sul messaggio, il Rapid Learning permette un facilissimo aggiornamento. L’aggiornamento può avvenire sia inteso nella modifica dei contenuti già sviluppati, sia nell’aggiunta di nuovi moduli formativi. Questa facilità nell’aggiornamento tecnico e contenutistico rende i gli argomenti in rapida evoluzione un terreno molto fertile e adatto al Rapid Learning.

Individuare argomenti, concetti, contenuti e sottoporli agli specialisti nel Digital Training e nell’e-learning è il primo passo fondamentale per sviluppare una strategia basata sul Rapid Learning. Il filo conduttore che accomuna i punti critici citati riguarda principalmente una errata progettazione perché basata su convinzioni errate.

Non lasciamoci fuorviare durante le fasi di progettazione e poniamo estrema attenzione ai punti di forza e di debolezza nell’utilizzo del Rapid Learning nel Corporate Digital Training.

Per approfondire

Inoltre vi lascio alcuni consigli riguardo alcune pubblicazioni molto utili per approfondire l’argomento per chi ha intenzione di introdurre il Rapid Learning nel corporate training.

Consigliatemi anche le vostre pubblicazioni preferite sul tema!

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