Italia, basta sprechi sul software

| ,

600 esperti di informatica italiani hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’ Economia, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione e a tutti i dirigenti della Pubblica Amministrazione. Nella lettera si chiede di far smettere lo spreco di danaro per Software proprietari di bassa qualità in favore dell’adozione di Software “Libero” da parte della PA

Vivendo a stretto contatto con la realtà universitaria posso con sicurezza confermare che lo scenario è esattamente quello descritto: uno spreco di risorse dato dalla mentalità “ora compro, tanto i soldi non sono i miei ma dell’ente pubblico che ci finanzia”.
La petizione scritta attraverso lo strumento collaborativo per eccellenza, il wiki, è ora disponibile all’indirizzo: http://81100.eu.org/petizione. La lettera sarà spedita il 20 luglio dall’Ufficio postale all’interno della stazione di Roma Termini.

Invito ovviamente tutti a partecipare alla stesura della lettera e soprattutto alla firma della petizione.

Precedente

Jibdig: chattiamo “al volo”

La compagnia del cavatappi: prodotti tipici direttamente sul web

Successivo

Resta sempre aggiornato!

Elaborazione in corso...
Fatto! Sei nell'elenco.

3 commenti su “Italia, basta sprechi sul software”

  1. L’uso di software libero, anche se apparentemente può sembrare un risparmio è un’idea idiota per i semplici motivi:

    primo non viene garantita quasi mai assistenza ed aggiornamento.
    Secondo Non si trovano sempre software necessari a tutte le esigenze
    Terzo mette in concorrenza perversa enti ed università (i ricercatori prendono sempre lo stipendio a fine mese) con le aziende private che rischiano e vivono solo esclusivamente sul loro lavoro.

    Conclusione: si uccidono così le poche aziende italiane che vogliono fare ricerca e proporsi sul mercato internazionale.
    Le spese di ricerca e commerciali rappresentano sempre un 50 % del fatturato .
    Un esempio di cosa voglia dire ad esempio il software per la scuola ad uso didattico?

    Bene: andate una volta al TED di Genova (novembre 2006) ( Salone, si fa per dire delle Tecnologie Didattiche) unica manifestazione italiana del settore e poi andate a BETT di Londra in Gennaio.(analoga manifestazione ma di dimensioni 50 volte maggiori)

    Non per tirarcela ma la nostra azienda sarà l’unica Società italiana presente al BETT di Londra (e non ci andiamo per immagine, per “beneficienza” o perchè ci hanno dato i soldi).
    E’ per la ns. azienda motivo di grande soddisfazione (vendiamo il 50 % del software all’estero) ma di grande tristezza di come è ridotta l’Italia “tecnologica”….

    Un’ultima ciliegina per le vostre idee? Vendiamo più software nelle scuole irlandesi (sapete quanti sono?) che in Italia dove siamo ovviamente molto più conosciuti anche con accordi con il Ministero dell’Istruzione.
    Non hanno un euro.
    Grazie per l’attenzione

    Rispondi
  2. Sul fatto che non venga mai garantita assistenza e aggiornamento, questo è opinabile… comunità come OpenOffice.org o edubuntu rilasciano continui aggiornamenti e sono sempre a disposizione per l’assistenza. Proprio perchè il programma è open l’assistenza può essere fatta da chiunque abbia le competenze.
    Non si trovano software necessari a tutte le esigenze? Beh in questo caso le soluzioni sarebbero 2: o mi rivolgo ad una software house, e le commissiono un software su misura (che potrebbe essere anche open), o me lo scrivo da me (se ho le competenze).
    I ricercatori prendono lo stipendio sia se usano sw libero sia se usano sw proprietario. Le aziende private, possono spostare le loro mire verso consulenza, assistenza ai prodotti. Occhio, perchè Open non è sinonimo di Gratis.
    La ricerca si uccide con il sw proprietario, l’attività di ricerca che la singola azienda può fare investendo capitali e risorse, è pur sempre circoscritta, e non paragonabile alla ricerca della “comunità”.
    Per quanto riguarda il software ad uso didattico, posso dire per esperienza personale che gli sprechi sono tantissimi, ecco perchè forse non hanno un euro per acquistare qualche valido strumento proprietario (come può essere il tuo prodotto). Pagare la licenza di windows, office, e qualche altro programma, è veramente un nodo scorsoio che si stringe alla gola delle finanze scolastiche, tenendo conto della necessità di aggiornare continuamente il parco macchine dei laboratori.
    La tristezza dell’italia tecnologica, non è sicuramente generata da come la pensiamo io e l’autore del blog, visto che è ancora preponderante l’uso di sw proprietari.
    Aspetto un tuo riscontro, magari per generare una positiva discussione.

    Rispondi
  3. L’Italia degli sprechi:Carcere inutile..in quel di Pontremoli(MS)è aperto un istituto che ospita solo 5 detenute..un enorme spreco di risorse economiche ed umane..6 impiegati amministrativi e una decina di appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria

    Rispondi
it_ITItalian